Gian Luigi Beccaria, linguista e critico italiano, ha insegnato storia della lingua italiana all’università di Torino. È accademico dei Lincei e della Crusca. Nella sua vasta produzione si è occupato di lingua italiana antica e moderna, di prosa e poesia, di letteratura colta e popolare, di dialetto e linguaggi settoriali contemporanei. Tra le sue opere: Ritmo e melodia nella prosa italiana (Leo S. Olschki Editore, 1964), L’autonomia del significante (Einaudi, 1975), il saggio su Beppe Fenoglio La guerra e gli asfodeli (Serra e Riva, 1984), Italiano. Antico e nuovo (Garzanti, 1988), Le forme della lontananza (Garzanti, 1989), I nomi del mondo. Santi, demoni, folletti e le parole scomparse (Einaudi, 1995), Sicuterat (Garzanti, 1999), Elogio della lentezza (Aragno, 2004), Per difesa e per amore (Garzanti, 2006), L’italiano che resta (Einaudi, 2016), I “mestieri” di Primo Levi (Sellerio, 2020).